Il Palazzo a Palenque
America,  Itinerari di viaggio,  Messico

Palenque: meraviglioso sito archeologico Maya

Il sito archeologico Maya, situato nello stato del Messico che maggiormente mi ha affascinata, ovvero il Chiapas, è Palenque. Il nome originale della città, patrimonio dell’umanità dal 1987, sembra essere Lakamba: “il luogo delle grandi acque”. Si dice per i fiumi e le cascate presenti in zona, io direi anche per le piogge torrenziali!

Diverse costruzioni sono ancora inglobate nella foresta e questo mix tra archeologia e natura, conduce il visitatore, che si addentra nella selva, indietro nel tempo. E’, infatti, possibile sperimentare i rumori, gli odori e le immagini che i grandi avventurieri si trovarono di fronte quando per primi arrivarono sul luogo. Insomma una gita a Palenque è qualcosa che non va davvero persa!

Fu la capitale dello stato B’akkaal (ossa) durante il periodo classico Maya. I Maya l’abitarono sin dal 100 a.C., ma la città conobbe il suo apogeo dal V al IX secolo. A seguito di un breve periodo di declino nel 600, per le disastrose sconfitte con il belligerante Calakmul (Regno del Serpente), attorno al 615 riiniziò a fiorire. Fu il periodo sotto il regno di Pakal II, “il Protetto dagli dei”, che salì al potere all’età di soli 12 anni e vi rimase per ben 67 anni! La maggior parte delle costruzioni visitabili furono costruite sotto il suo regno.

Il Palazzo

L’insieme di edifici centrali, conosciuto come Il Palazzo, fu, infatti, edificato in quel periodo. Il complesso, fu poi ampliato e rimodellato in varie occasioni per più di 400 anni.

Il Tempio delle iscrizioni

Un altro edificio costruito sotto il Regno di Pakal II fu il Tempio delle iscrizioni. Il tempio delle iscrizioni è una piramide a gradoni, le cui pietre più grandi raggiungono anche 15 tonnellate di peso ed ospita il secondo geroglifico per lunghezza del mondo Maya. Tra le opere più importanti, al suo interno c’è un bassorilievo: l’”Oval”. Questo bassorilievo ovale, raffigura la salita al trono del giovane Pakal, ovvero come sua madre Zac-Cuk gli cedette la corona.

Il congiunto delle Croci

Altre strutture, e importanti sculture, furono poi realizzate sotto i due fratelli discendenti di Pakal il Grande. Il congiunto delle Croci, formato dai templi piramidali a gradoni  della croce, del sole e della croce fogliata, ne sono degli esempi. Gli edifici sono tutti caratterizzati da diversi  bassorilievi al loro interno. 

Durante il VII secolo, Palenque subì diversi assedi e dopo Pacal IV, si perdono le tracce della dinastia di Palenque. Il luogo fu gradatamente disabitato durante l’800 e la foresta riprese i suoi spazi, rendendolo il luogo unico che è tutt’ora!

Quando gli spagnoli arrivarono sul sito, il popolo Ch’ol, che abitava la zona, chiamava il sito Otolum, ovvero “terra con case fortificate”. Il nome attuale, Palenque, deriva da “Santo Domingo di Palenque”, comunità fondata nei pressi della zona archeologica dal frate domenicano Pedro Lorenzo de la Nada, che nel XVI secolo fu il primo europeo a visitare il luogo. De Nada tradusse in spagnolo “Otolum” in modo approssimativo come “Empalizata”, da cui poi deriva la parola “Palenque”, intendendo il palo usato nelle palizzate protettive.

Il sito rimase inglobato nella foresta fino al 1773, quando la sua presenza venne riferita al capitano del Guatemala. L’esploratore e architetto Antonio Bernasconi, venne accompagnato sul luogo dall’esercito, che per aprirsi la strada, purtroppo, distrusse diverse mura.

L’abbondanza di resti della civiltà Maya ha svelato molte informazioni sulla loro cultura e storia. Di certo, Palenque lascia una sensazione unica, quasi mistica, in chi la visita, un must per chi visita il Chiapas!

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