Stanza da letto di Napoleone con letto, specchiera e soffitto con api operose, Villa San Martino Portoferraio
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Portoferraio: L’Elba di Napoleone

Portoferraio, capoluogo dell’Elba, è tra i comuni più antichi dell’Isola. Storicamente è particolarmente noto per aver ospitato Napoleone durante i suoi 10 mesi d’esilio nel 1814.

Ahimè, Napoleone non sarebbe stato d’accordo con quest’ultima affermazione, avrebbe preferito, mentre regnava sul suo Principato dell’Isola d’Elba.

Origini di Portoferraio

Portoferraio era una colonia romana conosciuta come Fabricia, costruita su precedenti abitati liguri, etruschi e greci. Alcuni resti della colonia romana sono visitabili nell’area archeologica della Linguella e nella villa romana delle grotte.

Tuttavia le basi della città attuale, risalgono a Cosimo I dei Medici. Cosimo, certo della sua importanza strategica nel Mediterraneo, la scelse come propria e la ribattezzò Cosmopoli. Nel 1548 iniziò le opere di fortificazione costruendo: Forte Falcone, Forte Stella e la Torre della Linguella.

Per la sua stessa posizione strategica venne scelta da Napoleone per il suo esilio!

Arrivo di Napoleone sull’isola d’Elba

Napoleone arrivò sull’isola d’Elba da sovrano. Dopo la disastrosa battaglia di Lipsia, che lo costrinse all’abdicazione ed alla firma del trattato di Fontaibleau, gli fu imposto di scegliere tra l’Elba e Cipro. Scelse così di farsi assegnare l’Elba come principato, assieme ad una pensione.

Il generale Dalesme, comandante di allora dell’Elba, era preoccupato per l’accoglienza che gli elbani avrebbero riservato al loro nuovo sovrano. Condividendo le sue preoccupazioni, Napoleone, in via precauzionale, sbarcò sull’isola il giorno seguente al suo arrivo in porto, dopo il proclamo ufficiale e l’invio alla popolazione della bandiera da lui progettata per l’Elba, tutt’ora simbolo dell’isola.

Bandiera dell’Elba

La bandiera dell’Elba è bianca con banda rossa, a ricordo della bandiera mercantile del granducato di Toscana. Sulla banda rossa sono presenti 3 api operose, simbolo tanto amato da Napoleone.

Il numero 3 oltre ad essere considerato comunemente come simbolo di perfezione, allude alle tre parti in cui era divisa l’isola.

Accoglienza di Napoleone

Con sorpresa di Dalesme e Napoleone, invece, gli elbani accolsero il loro nuovo sovrano molto volentieri. Di fronte alla “porta a mare”, gli consegnarono simbolicamente le chiavi della città. Si racconta che, siccome non ritrovarono le chiavi della città, per il rito dipinsero d’oro le vecchie chiavi di una cantina.

Il governatore si preoccupò di organizzare in gran fretta un Te Deum nella pieve, rimessa a lucido per l’occasione. Ospitò inoltre, al meglio possibile, l’ex imperatore di Francia nella “Biscotteria”, sede dell’amministrazione.

Dagli scritti di Napoleone, pare che lui non apprezzò molto la residenza assegnatagli. Trasformò così in suo alloggio alcuni edifici strategicamente localizzati tra i due forti Falcone e Stella: la Villa dei Mulini.

Vista da Forte Stella della Villa dei Mulini
Villa dei Mulini vista da Forte Stella

Villa dei Mulini

Purtroppo non posso raccontarvi un granché di questa villa, in quanto alla piccola Zoe è stato impedito l’accesso da una addetta alla biglietteria poco flessibile. Inoltre ne conservo un ricordo così brutto che non ve ne voglio neppure parlare. Provate voi ad entrare e fatemi sapere!

Villa San Martino

Napoleone ristruttura anche una villa nella valle di San Martino, trasformandola nella sua dimora estiva. Tuttavia trovandola troppo calda, la utilizzò solo nei mesi più freschi.

Non è di certo la villa sontuosa che mi sarei aspettata come alloggio dell’imperatore Napoleone! Ad esseri sinceri anche lo stato di manutenzione non è appropriato per un luogo d’interesse storico che richiama turisti da tutto il mondo. Tuttavia alcuni dettagli della villa valgono la sua visita!

Letto di Napoleone

Innanzitutto, degno di nota è il piccolo letto di Napoleone, che ben si sposa con la leggenda che fosse un uomo di grande ego raccolto in una piccola statura. In realtà, viene riportato che Napoleone fosse alto 1,68 metri, quindi pur non essendo un gigante, non era neppure così basso, soprattutto per la media dell’epoca: 1,62 metri! Sembra, infatti, che le storie riguardo la sua altezza siano state fatte circolare dagli inglesi, nel tentativo di sminuire a sua persona.

Il simbolo dell’ape operosa

Nei cassettoni della stanza da letto è presente la, tanto cara a Napoleone, ape operosa: il simbolo del suo impero. Diversi studi indicano quanto l’ape non fosse però solo simbolo dell’operosità, ma anche la rappresentazione di una repubblica con un solo capo. Un chiaro messaggio per il suo popolo 😉 L’idea di usarla come emblema del suo impero gli venne in Egitto, dove l’ape veniva considerata anche simbolo di obbedienza e fedeltà, di immortalità e resurrezione.

L’affresco del nodo dell’amore

La sala di ricevimento di Villa San Martino, con una splendida vista rovinata dai lavori in corso, ha un affresco sul soffitto peculiare. Ideato dallo stesso Napoleone come metafora della lontananza che lo separava dalla moglie Maria Luisa.

L’affresco raffigura due colombe su un cielo azzurro, che allontanandosi tra loro, stringono, attraverso un laccio tenuto tra il becco, un nodo: il nodo d’amore che si stringe con la lontananza. E scopriamo così anche il lato romantico di questo grande uomo!

La sala egizia

Ancora più originale, per non dire kitsch, è l’esotica sala egizia, con pareti affrescate in modo da farla sembrare un portico dell’antico Egitto, con tanto di geroglifici. Sul soffitto vi è poi disegnato l’intero zodiaco, a ricordo della dipendenza degli uomini con il volere del cielo.

L’operosità di Napoleone

Napoleone, nei suoi 10 mesi sull’isola, fece molto più di quanto si fosse fatto in secoli! Oltre a ristrutturare le sue residenze, si occupò dell’igiene pubblica, dei cani randagi, della costruzione di strade che permettessero il passaggio delle carrozze…

La fuga dall’isola d’Elba

Sebbene Napoleone si comportasse come se dovesse restare a lungo a regnare sull’isola, quando scoprì che al Congresso di Vienna fu proposto di confinarlo altrove, preparò la sua fuga. Con la scusa di dover riparare una nave attraccata all’Elba, la caricò di armamenti e cose personali. Da grande stratega, nonostante le diverse spie sull’isola, il piano fu perfetto, ed il 26 Febbraio 1815, Napoleone lasciò l’isola per rientrare in Francia.

Si racconta che Napoleone uscì di soppiatto di notte in barca dalla caletta retrostante la sua villa. Tuttavia quando s’imbarcò sulla nave, si narra che al porto fossero presenti una gran numero di persone, ed addirittura il sindaco di Portoferraio, per rendere omaggio alla partenza del loro amato sovrano!

Aforisma: "La parola impossibile non è nel mio vocabolario" Napoleone. Sfondo: Caletta di Portoferraio da cui scappò Napoleone
Caletta da cui si dice fuggì Napoleone

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