Donna araba in cammino con borsa gialla
Avventure di viaggio,  Marocco,  Tradizioni

L’originale esperienza dell’Hammam marocchino

“Guarda che se provi l’hammam marocchino al di fuori del percorso turistico, poi ti servirà uno psicologo!” Così mi aveva detto un expat conosciuto all’inizio del mio viaggio in Marocco. Diceva che una sua amica era ancora provata dall’esperienza. Credevo scherzasse… 

Arrivata nel mio ostello a Marrakesh, inizio ad informarmi su come organizzare le mie due giornate disponibili. Prenoto una gita all’Ourika valley e… l’hammam tipico marocchino. La ragazza dell’ostello si propone di aiutarmi, può accompagnarmi lei all’hammam, sembra non sia una cosa si possa fare da sola… Inizialmente non comprendo, pensando a come non si possa andare in una spa da soli, senza pensare che fossi in un ostello al centro della medina e non in un lussuoso albergo. Comunque mi fido di lei e mi lascio guidare. Mi propone di andare insieme la mattina seguente, prima però, saremmo dovute andare al suk a comprare il necessario.

Lo shopping al suk

L’indomani usciamo, lei non porta jeans e maglietta come il giorno prima ma una tunica ampia e scura, il Djellaba,  che scopro coprire gli abiti “normali” ed un elegante foulard con cui si copre il collo e la testa, l’Hijab. Anche io mi metto il mio foulard e, come lei mi insegna, evito d’incontrare con lo sguardo quello degli uomini.

La seguo mentre si addentra in vie al di fuori dalle mete turistiche. Ci fermiamo in alcune botteghe dove acquistiamo il sapone nero, il guanto di kessa, l’argilla e l’olio di argan.

L’ingresso nell’hammam

Dopo diversi vicoli stretti, entriamo in una porta buia di un’angusta piazzetta. All’ingresso c’è una sorta di cassa e poi si entra nella grande stanza semibuia dello spogliatoio. Mi rendo subito conto di non essere in una spa ma nel loro antico bagno turco di quartiere, il luogo che la popolazione usa per lavarsi.

Vista dall'alto di Marrakesh
Marrakesh dall’alto

Ci spogliamo prima di entrare nell’hammam ed entriamo in questa stanza di pietra, con diversi muretti divisori ai lati della grande sala semibuia piena di vapore. All’interno, diverse donne nude di tutte le dimensioni ed età si lavavano vicendevolmente per lo più  collocate in angoli a gruppi, chi su sgabelli chi a terra, ma tutte con diversi secchi d’acqua a portata di mano. Così troviamo collocazione anche noi in un angolo. La ragazza munita già di due secchi d’acqua, li getta a terra per pulire il pavimento, poi mi invita a stendermi nuda sul pavimento. Ecco, in quel momento ebbi l’impulso di dirle d’averci ripensato ed andare via. Tuttavia mi sembrava poco delicato e così non dissi nulla, seguii le sue istruzioni e provai il vero tradizionale hammam marocchino.

Il rito dell’hammam

Iniziò a lavarmi seguendo diversi passaggi. Il primo, il savonage, utilizzando l’acqua presa dal secchio ed il tipico sapone nero mi ha insaponata massaggiandomi ovunque. Credetemi la situazione è stata alquanto imbarazzante. Mi rassicurava un poco il fatto che vedevo ripetersi le stesse operazioni con la medesima cura tutt’intono a me. In ogni caso anche meno accortezza a me sarebbe andata bene!

Abbiamo lasciato il sapone in posa per un po’, tempo in cui si è lavata anche lei ed io ho potuto osservare meglio quanto accadeva attorno a me e chiedermi come avessi fatto ad arrivare in quel luogo. Rassegnata all’idea di essere lì presente, mi decisi a godermi quell’esperienza unica  e verace, certamente al di fuori dei percorsi turistici. E’ seguito poi lo scrub con il guanto di Kessa. Dopo lo scrub mi ha fatta sedere e mi ha sciacquata con delicate secchiate d’acqua. Ha iniziato a mescolare l’argilla con l’acqua fino a formare una poltiglia e me l’ha spalmata sul corpo. Mentre restavo in posa, questa volta, ormai entrata nell’atmosfera locale, ho aiutato la mia guida/compagna di hammam a spalmarsi l’argilla.

Cassapanca contenitore in legno decorata

Da quello che vedevo attorno a me, il reale hammam prevede anche questo: il lavarsi a vicenda. Dopo le ultime secchiate d’acqua ci siamo lievemente unte con qualche goccia di olio di argan e l’esperienza è giunta al termine. E sì, non sono finita dallo psicologo ma ammetto che forse potrebbe servire…

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.