Bab el Khemis a Meknes in Marocco
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Meknès: la Versailles del Marocco

Meknès è conosciuta coma la Versailles del Marocco.  Un gioiello di città piena di attrazioni artistiche, principalmente in stile ispano-moresco, come numerosi palazzi, giardini, moschee, la kasbah, bagni turchi, granai, la medina…

Nacque come roccaforte militare nel 1601 e prese il nome dalla tribù berbera Meknassa. La città è circondata da possenti mura (circa 40 km), con bastioni di circa 15 metri d’altezza e con 9 magnifiche porte intarsiate.

Meknès fu trasformata e resa splendida dal sultano Moulay Ismail verso la fine del XII secolo.

Piazza el Hedim e Bab el Mansour

Si narra che il sultano Moulay Ismail, per rendere imponente l’ingresso della sua residenza, fece costruire la piazza el Hedim demolendo senza pietà tutti gli edifici ivi presenti. Inoltre, gran parte dei materiali di pregio per la costruzione venne depredata al vicino sito archeologico romano di Volubilis.

Dalla piazza, attraversando la monumentale porta Bab el Mansour, si entra nelle strutture della città imperiale. Questa maestosa porta fu completata nel 1732 su progetto di un cristiano convertito all’Islam, da cui trae il nome: porta di Mansour ovvero del rinnegato.

Palazzo Dar Jamai

L’attuale museo Dar Jamai è situato all’interno del palazzo del tardo 1800, un tempo lussuosa residenza della famiglia del visir. Lo sfarzoso edificio è ricco di stanze decorate con intonaco e legno intarsiati, finestre colorate, piastrelle, tappeti, cuscini… Il suo splendido giardino andaluso di cedri e palme regala una sensazione di relax molto piacevole.

Mausoleo di Moulay Ismail

Il Mausoleo di Moulay Ismail, nel quale è sepolto il sultano Moulay Ismail insieme ad una delle sue cinquecento mogli e due dei suoi ottocento figli, è uno dei 3 santuari marocchini visitabili anche dai non musulmani, gli altri due sono la tomba di Mohammed V a Rabat e la Medersa Bou Inania a Fez.

Il sultano è famoso per aver allontanato gli spagnoli e gli inglesi dal Marocco, aver unito il Paese e dato vita alla dinastia alawita. Inoltre, molti marocchini visitano il mausoleo convinti che la salma del sultano possieda il magico potere della guarigione. Dal punto di vista artistico, il mausoleo vale comunque una visita per le sue elaborate decorazioni, rappresentanti il meglio dell’artigianato marocchino in termine di piastrelle e stucchi.

Medrasa Bou Inania

La medrasa  (o medersa) Bou Inania è una scuola coranica costruita nel XIV secolo, sotto il regno dei Merinidi, ultimata nel 1358 da Bou Inan. E’ considerata una meraviglia dell’architettura dei Merindi, purtroppo non è visitabile in quanto è aperta solo ai mussulmani. La medrasa dicono sia costituita da un cortile, le aule, le stanze per gli studenti e gli insegnanti, i locali dedicati alle abluzioni e alla preghiera. Il tutto è finemente decorato da piastrelle e pregiati legni intagliati. Vanta inoltre una terrazza panoramica sulla città di Meknès.

Heri es Souani

Heri es Souani,o Dar el Ma, è un insieme di fresche stalle, granai e fienili utilizzati dal sultano Moulay Ismail per stoccare viveri in caso di siccità o di assedio. Si trova a circa mezz’ora a piedi da piazza el Hedim.  Nei locali del complesso, si può sperimentare e godere della frescura creata da un ingegnoso sistema di refrigerazione, costituito da diversi pozzi, canali d’acqua a pavimento, pareti spesse 3 metri e piccole finestrelle per il ricircolo dell’aria poste in alto.

Queste stanze pare rappresentarono un fresco ricovero per i 12 mila cavalli del sultano.

Mellah: il quartiere ebraico

Vicino al palazzo reale di Meknès, si trova il quartiere ebraico, meglio noto come Mellah. Il mellah era un’area fortificata che veniva eretta nei pressi dell’area del sovrano per proteggere gli abitanti dalle possibili rivolte. In Marocco, la comunità ebraica visse confinata nelle mellah dal XV fino agli inizi del  XIX secolo, poi la popolazione, dicono, fu trasferita per ragioni di sicurezza. Nel quartiere, pieno di mercatini, si possono trovare sinagoghe, cimiteri e case con balconcini.

Volubilis

A meno di trenta chilometri a nord di Meknes, ai piedi dello Zerhoun, si trova il sito archeologico della città romana di Volubilis. Costruita attorno al 25 a.C., fu conosciuta inizialmente come Oulili, ovvero città degli “Olenadri rosa”.  

Oggi si possono ammirare i resti della basilica, dell’arco di trionfo, del capitolium, l’acquedotto, le terme, i frantoi, e delle case romane. Nella casa di Orfeo si possono ancora visionare i marmi policromi rappresentanti Orfeo che con la lira incanta gli animali.

La città possedeva quattro porte d’ingresso ed era attraversata dal decumanus maximus, la strada principale che percorreva la città da est ad ovest e proseguiva fino a Tangeri.

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