Adrenalina alle Cascate Vittoria: la Devil’s pool
Per vivere momenti ricchi di adrenalina alle cascate Vittoria non si può non superare il confine dello Zimbabwe ed andare in Zambia a fare una bagno nella famosa Devil’s pool! Arrivare alla Devil’s pool, una piscina rocciosa a strapiombo sui 107 metri delle cascate Vittoria, formatasi nel corso dei millenni, è di per sé un’esperienza!
Chi volesse saltare l’emozione di varcare il confine tra Zimbabwe e Zambia, può volare direttamente in Zambia, all’aereoporto di Livingston.
Per quel che mi riguarda, l’avventura è iniziata nel voler varcare a piedi il confine all’alba. Altri momenti ricchi di adrenalina sono stati la gita in barca, sulle rapide dello Zambesi a monte delle cascate, per arrivare alla Livingstone Island, nuotare nelle acque dello Zambesi, per arrivare finalmente alla meravigliosa Devil’s pool ed, infine, guardare giù dallo strapiombo.
Questa meravigliosa ed adrenalinica avventura è riservata, per motivi di sicurezza, solo a piccoli gruppi, prenotatevi per tempo!
Turni di visita
La “piscina” è generalmente aperta da metà Agosto a metà Gennaio, in relazione alla portata delle cascate. Quando la portata del fiume sale, la corrente rende impossibile raggiungere la “piscina”.
Le opzioni di visita della Devil’s pool, esclusivamente guidate con personale esperto, sono generalmente le seguenti:
- Mattina con colazione inclusa post visita, per circa 120 dollari a persona, alle ore 7,30, 9,00 e 10,30
- Mezzogiorno con con pranzo incluso post visita, per circa 190 dollari a persona, alle ore 12,30
- Pomeriggio con tè, per 165 dollari a persona, alle ore 15,30 e 17,30
Senza comprendere a pieno le differenze di prezzo, e non essendo interessata ad altro se non alla Devil’s pool sul confine della cascata, la mia scelta è ricaduta sulla più economica. Unico turno disponibile alle ore 7,30.
Con il senno del poi sceglierei l’ultimo turno del pomeriggio, con la speranza di trovare la temperatura dell’acqua, o almeno quella esterna, di qualche grado più alta. Ero indecisa tra il morire di paura ed il morire di freddo! L’acqua era gelida ed il vento freddo all’uscita dall’acqua, non aiutava a placare gli spasmi e lo sbattere dei denti per il gelo. Solo la piacevole calda colazione a fine visita è riuscita a porre fine ai miei tremori! Comunque sono sopravvissuta 😉
Varcare il Confine dello Zimbabwe di notte
Si potrebbe arrivare comodamente al sito d’incontro con le guide, per accedere alla Devil’s pool, attraverso navette turistiche convenzionate, purtroppo non molto economiche. Sia per risparmiare, sia per avere più tempo di spendere soldi in altre avventure, ho deciso di varcare il confine in autonomia. Il gentile ragazzo alla reception del mio hotel, mi ha spiegato per filo e per segno, come molte persone locali arrivano dall’altra parte del confine per pochi dollari. Ho seguito i sui consigli.
Dovendo arrivare alle ore 7,30 al sito d’incontro, sono partita, di notte con un taxi fino al confine dello Zimbabwe, spendendo pochi dollari. Da lì, mi sono avventurata a piedi verso il confine seguente, sperando di trovare un taxi sull’altro lato.
Il tassista dello Zimbabwe mi ha lasciato lungo una strada desolata mentre era ancora buio, spiegandomi che lui non poteva andare oltre. Mi ha mostrato la strada da seguire, e così, al buio e in solitudine, mi sono incamminata. Ai lati della strada, le reti di protezione dalla fauna selvatica erano spesso divelte e l’idea che avrei potuto trovarmi all’improvviso in compagnia di un leone, mi faceva apprezzare ancor di più la mia solitudine.
Ogni tanto ho incontrato dei locali, in bicicletta o a piedi, e non ce n’è stato uno che non abbia fraternamente accennato un saluto! I militari che controllavano il confine di uscita dallo Zimbabwe mi hanno anche gentilmente offerto il caffè, che stavano preparando su un focolare acceso. Naturalmente ringraziando per il gesto, ho proseguito per la mia strada.
L’alba sul ponte
Il top dell’emozione è stata trovarmi da sola, all’alba, sullo storico ponte delle Victoria Falls.
Mi sono fermata qualche minuto ad ammirare, da quella storica costruzione tanto studiata, i colori aranciati sullo spettacolo della natura. Pensavo all’ambizione dell’uomo che ha voluto il ponte: Cecil Rhodes. Pensavo alla sua audacia. Pensavo al suo piano glorioso. Mi faceva sorridere il trovarmi lì all’alba, proprio nel momento della giornata che, a quanto sembra, lui amasse di più.
Conservo dentro di me ancora l’emozione di ogni respiro su quel ponte davanti a quella meravigliosa vista. Tornerò di nuovo, ne sono certa, e la prossima volta mi concederò anche il bunjee jumping e la zip-line da quel ponte.
Arrivo nel punto d’incontro in Zambia
Arrivo al confine dello Zambia, assieme ad una famigliola di profughi che si trasportava sulle spalle le proprie valige e dei babbuini che andavano a fare colazione sull’albero vicino. Consegno i documenti e nell’attesa del timbro, arriva una navetta turistica.
L’autista comprende immediatamente (forse perché ero l’unica bianca?) dove fossi diretta. Mi offre un passaggio per un prezzo stracciato che non ho potuto rifiutare. Invece di procedere con il gruppo, come consigliato dall’autista, al punto d’incontro presso l’hotel, mi faccio lasciare, sbagliando, ma fedele ai miei precedenti piani, al cancello con l’insegna della Devil’s pool. M’incammino a piedi.
Arrivo al punto d’incontro al termine del briefing introduttivo del primo gruppo. Firmo tutte le carte necessarie per dispensarli da ogni responsabilità ed iniziare a mio rischio e pericolo l’avventura. Mi faccio aggiungere impavida al primo gruppo della giornata.
In barca verso Livingstone Island
Per arrivare alla Devil’s pool si parte con un breve, ma adrenalinico, giro in barca tra le rapide rocciose dello Zambesi. Fiume abitato anche da simpatici coccodrilli ed ippopotami. Più di una volta mi è capitato di guardare con occhi sgranati l’arcobaleno all’orizzonte e pregare che il capitano riuscisse ad aggirare la roccia alla quale pericolosamente ci stavamo avvicinando o che l’ippopotamo non si avvicinasse troppo. Il capitano della barca, in quei pochi minuti di viaggio, è stato il mio eroe. Io, come se potesse aiutarci a non essere tutti trascinati via dalla corrente, mi tenevo stretta alla sponda della barca. Di fatto sono arrivata alla Livingstone Island con tutti i muscoli tesi.
Sbarcare sulla Livingston Island, dove l’omonimo esploratore per la prima volta vide le cascate Vittoria, è stato un vero sollievo! La vista è spettacolare ed il sentirsi al sicuro sulla terraferma lo rende ancor più piacevole. L’arcobaleno è incredibilmente vicino ed anche lo strapiombo di 107 metri! Tutto bene fin quando lo staff non ci dice che è il momento di mettersi in costume e ci spiega i passi successivi….
A nuoto verso la Devil’s pool
Avendo saltato la riunione iniziale, nella quale spiegavano tutto il percorso, ho scoperto, solo dopo esser arrivata sulla Livingston Island, di dover fare l’ultimo tratto che ci separava dalla Devil’s pool a nuoto nelle rapide dello Zambesi…. Credo che la mia mente sia entrata in panico per qualche minuto. La voglia di arrendermi ed aspettare il mio gruppo sulla terraferma è stata tanta.
Tuttavia quando il gioco si fa duro, i duri restano a giocare!
Nonostante i capelli ritti ho scelto di procedere. Solo una ragazza del gruppo si è lasciata scoraggiare dalle spiegazioni di quanto avremmo dovuto fare e dalle conseguenze del non seguire alla lettera le istruzioni della guida, ovvero essere trascinati dalla corrente delle rapide nello strapiombo di 107 metri delle Victoria Falls, ammesso che i coccodrilli avessero permesso di arrivarci!
Ho pensato che in ogni modo sarebbe stato un eccezionale modo di morire! Per di più, nel luogo che ho sempre sognato fin da ragazzina…
Di coccodrilli non se ne sono visti e sebbene non sia una nuotatrice olimpionica, devo essere sincera, è stato adrenalinico ma non troppo difficile. Le corde di sicurezza, messe qua e là come ultima chance per salvarsi, non le ho mai toccate con mano. Mi sono destreggiata assieme al mio piccolo gruppo di intrepidi fino alla Devil’s Pool, seguendo accuratamente ogni singola istruzione della mia guida, il mio nuovo eroe della giornata.
Devil’s pool
La Devil’s pool ripaga di tutti gli sforzi della mattinata con una vista spettacolare! Ho trovato piacevoli anche gli instancabili pesciolini abitanti della pozza, che golosi delle cellule morte del nostro corpo ci hanno dispensato le cure di un accurato peeling.
Sotto lo stretto controllo della guida, uno per volta, si può anche salire sull’ultima roccia che divide la piscina dallo strapiombo e guardare di sotto. Non so se fosse più forte il battito del mio cuore per l’emozione/terrore o lo sbattere dei miei denti per il freddo. Di fatto, guardare di sotto è stata un’esperienza che non mi sono fatta mancare. Una memorabile vista che resterà per sempre nella mia mente!
Altre esperienze emozionanti
Diverse altre esperienze emozionanti possono esser intraprese alle cascate Vittoria; dalle più tranquille, quali: una crociera sullo Zambesi, un safari nei vicini parchi, una visita al Victoria Hotel o un tour guidato sullo storico ponte; alle più adrenaliche, quali: il volo in elicottero sulle cascate, il rafting nelle rapide dello Zambesi, il bunjee jumping, lo swing o la zipline dal ponte! Insomma ce n’è per tutti i gusti, purché si sia pronti a svuotare il portafoglio 😉
Per prezzi ed info, date pure uno sguardo quì!